Paulette Tavormina |
Giovanna Garzoni (1600 – Roma, 1670) |
Fede Galizia (Milano 1578-1630 |
Sì, sì, come l'altr'anno, tra il ventitré
e il ventiquattro giugno, quando sentivo il cuore
crescermi e irradiarsi, cuore in solstizio,
in espansione massima di luce.
Tutti quei raggi allora - ricordo che mangiavo
ciliegie enormi e quasi troppo dolci -
avevano un approdo, anche se lontanissimo
e insicuro. Ma adesso cosa mi invento
per questo cuore che si ripete
così ubbidiente alla stagione,
dove lo mando adesso, in quale vuoto?
Patrizia Cavalli
Osias Beert (1580 - 1624) - qui
Mario Avati (1921-2009) - qui - qui -
"La natura morta ha nella lingua tedesca e nell'inglese un altro nome molto più bello, molto più giusto. Questo nome è Still leben e Still life "vita silenziosa". È un quadro, infatti, che rappresenta la vita silenziosa degli oggetti e delle cose, una vita calma, senza rumore e senza movimenti, un’esistenza che si esprime per mezzo del volume, della forma, della plasticità. Le nature morte rappresentano le cose che non sono vive nel senso del movimento e del rumore, ma che sono legate alla vita degli umani, degli animali, delle piante, queste cose stanno sulla terra, su questa terra che respira intensamente la vita che à piena di rumori e di movimento.
Chiamiamo queste pitture: vite silenti."
Chiamiamo queste pitture: vite silenti."
Giorgio De Chirico
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