notte - noche

James Mneill Whistle- - Nocturne
Oscura notte, crei fantasmi o adagi
tra le tue braccia un mondo?
Montale 
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Dios ha creado las noches que se arman
De sueños y las formas del espejo
Para que el hombre sienta que es reflejo
Y vanidad. Por eso nos alarman
.
Borges

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A notte fonda umani e cose si ignorano,
io, solo, corpo e ombra ci divertiamo insieme.

Su Tung-p’o


Hopper  - Night shadows night window.
H.Coppola



















Yuri Pimenov  
Notte in città 

 In questi vicoli stretti, dove ingombra

anche il pensiero di sé,
Brodskij -Elegie romane - VII

Ma quanta luce dà nella notte,
con il buio fondendosi, l'inchiostro!
Iosif Brodskij, Poesie italiane -Elegie romane - VIII

Night, the astonishing, the stranger to all that is human, over the mountain-tops mournful and gleaming draws on.
Notte, sorprendente, straniera a tutto ciò che è umano, oltre le cime lucenti e lugubri avanza. Sebald  "Los anillos de saturno"

Ecco che in notturna si cammina
per una strada sgombra e silenziosa,
pieni di fiducia, abbandonati
a quel largo silenzio che non teme
cambi di scena bruschi, ma trattiene
le singolari ariette che si levano
da altri protesi cuori incamminati.
Patrizia Cavalli 


La notte non mi stringe
e non mi chiude a letto,
anche se ho il corpo steso
non mi toglie al suo peso.

Patrizia Cavalli 

La notte
So poco della notte
ma la notte sembra sapere di me,
e in più, mi cura come se mi amasse,
mi copre la coscienza con le sue stelle.
Forse la notte è la vita e il sole la morte.
Forse la notte è niente
e le congetture sopra di lei niente
e gli esseri che la vivono niente.
Forse le parole sono l’unica cosa che esiste
nell’enorme vuoto dei secoli
che ci graffiano l’anima con i loro ricordi.
Ma la notte deve conoscere la miseria
che beve dal nostro sangue e dalle nostre idee.
Deve scaraventare odio sui nostri sguardi
sapendoli pieni di interessi, di non incontri.
Ma accade che ascolto la notte piangere nelle mie ossa.
La sua lacrima immensa delira
e grida che qualcosa se n’è andato per sempre.
Un giorno torneremo ad essere.
(Alejandra Pizarnik)
La noche
Poco sé de la noche
pero la noche parece saber de mí,
y más aún, me asiste como si me quisiera,
me cubre la conciencia con sus estrellas.
Tal vez la noche sea la vida y el sol la muerte.
Tal vez la noche es nada
y las conjeturas sobre ella nada
y los seres que la viven nada.
Tal vez las palabras sean lo único que existe
en el enorme vacío de los siglos
que nos arañan el alma con sus recuerdos.
Pero la noche ha de conocer la miseria
que bebe de nuestra sangre y de nuestras ideas.
Ella ha de arrojar odio a nuestras miradas
Sabiéndolas llenas de intereses, de desencuentros.
Pero sucede que oigo a la noche llorar en mis huesos.
Su lágrima inmensa delira
y grita que algo se fue para siempre.
Alguna vez volveremos a ser.
Alejandra Pizarnik

limite

Vittorio Corcos
C'è nel contatto umano un limite fatale,


non lo varca né amore né passione,
pur se in muto spavento si fondono le labbra
e il cuore si dilacera d'amore.

Perfino l'amicizia vi è impotente,
e anni d'alta, fiammeggiante gioia,
quando libera è l'anima ed estranea
allo struggersi lento del piacere.

Chi cerca di raggiungerlo è folle,
se lo tocca soffre una sorda pena...
ora hai compreso perché il mio cuore
non batte sotto la tua mano.

Anna Achmatova -

" Hay en la intimidad humana una línea de veda
que no traspasan amoríos ni pasiones
bien que en miedo silente boca en boca se queda
y el corazón se rompe de cariño de porciones.
La amistad aquí es impotente y los años de felicidad sublime y amorosa
cuando el alma en vuelo extraño se cierne ante la languidez voluptuosa.
Quien la anhela es demente y el que la alcanza sucumbe a su tristeza
ahora comprendes sin duda por qué bajo tu mano mi corazón no aceza."

Hay en la intimidad un límite sagrado
Que trasponer no puede aun la pasión más loca
Siquiera si el amor el corazón desgarra
Y en medio del silencio se funden nuestras bocas.
La amistad nada puede, nada pueden los años
De vuelos elevados, de llameante dicha,
Cuando es el alma libre y no la vence
La dulce languidez del goce y la lascivia.
Pretenden alcanzarlo mentes enajenadas,
Y a quienes lo trasponen los colma la tristeza.
¿Comprendes tú ahora por qué mi corazón
No late a ritmo debajo de tu diestra?

laberinto

Fabrizio Clerici, il labirinto, 1983-. qui -
No habrá nunca una puerta. Estás adentro
y el alcazar abarca el universo
y no tiene ne anverso ne reverso
ni externo muro ni secreto centro.
No esperes que il rigor de tu camino
que tercamente se bifurca en otro,
que tercamente se bifurca en otro,
tendrá fin. Es de hierro tu destino
como tu juez. No aguardes la embestida
del toro que es un hombre y cuya extraña
forma plural da horror a la maraña
de interminable piedra entreteijda.
No existe. Nada esperes. Ni siquiera
en el negro crepúsculo la fiera.
Dr. syn  - andrew wyeth - olandese volante

Mai ci sarà una porta. Tu sei dentro
e la fortezza è pari all’universo
dove non è diritto né rovescio,
né muro esterno né segreto centro.
Non sperare che l’aspro tuo cammino

che ciecamente si biforca in due,
che ciecamente si biforca in due,
abbia fine. È di ferro il tuo destino,
così il giudice. Non attender l’urto
del toro umano la cui strana forma
plurima colma d’orrore il groviglio
dell’infinita pietra che s’intreccia.
Non esiste. Non aspettarti nulla.
Neanche nel nero annottare la fiera.
(traduzione F. T. Montalto )





-qui

Non ci sarà mai una porta. Sei dentro
e la fortezza
uguaglia l’universo
e non
ha né diritto ne inverso
né esterno muro né segreto centro.
Non sperare che il
rigore del tuo cammino
che ciecamente si biforca in
qualcos’altro,
che ciecamente si biforca in qualcos’altro,
avrà fine. E’ di ferro il tuo destino,
così il tuo giudice. Non sperare in qualche
breccia

del toro che è l’uomo il cui strano modo
multiplo riempie d’orrore il nodo
dell’infinita pietra che s’intreccia.
Non esiste. Non sperare niente. Nemmeno nella selva
nell’oscuro imbrunire una qualche belva. 
(traduzione Hado Lyria) - aqui -

simone berti - 2020 - qui

pittura del '400

De Chirico ha scritto:
"In questo secolo di faticoso lavoro compiuto attraverso tutto il medioevo; i sogni di mezzanotte e i magnifici incubi di Masaccio o di Paolo Uccello si risolvono nella chiarezza immobile e nella trasparenza adamantina di una pittura felice e tranquilla, ma che serba in sé un'inquietudine come nave giunta al porto sereno d'un paese solatio e ridente dopo aver vagato per mari tenebrosi e traversato zone battute da venti contrari. Il Quattrocento ci offre questo spettacolo, il più bello che ci sia dato godere nella storia dell'arte nostra, d'una pittura chiara e solida in cui figure e cose appaiono come lavate e purificate e risplendenti d'una luce intensa. Fenomeno di bellezza metafisica che ha qualcosa di primaverile e di autunnale nel tempo stesso".
De Chirico escribe: " El '400 nos ofrece una pintura clara y solida, donde figuras y cosas aparecen como lavadas y purificadas, resplendentes de una luz intensa. Fenòmeno de belleza metafisica que tiene algo de primaveral y otoñal al mismo tiempo.