Ferruccio Ferrazzi  L'idolo del prisma, 1925
“
Existen dos estéticas: la estética pasiva de los espejos y la   estética activa de los prismas. Guiado por la primera, el arte se   transforma en una copia de la objetividad del medio ambiente o de la   historia psíquica del individuo. Guiado por la segunda, el arte se   redime, hace del mundo su instrumento, y forja, más allá de las cárceles   espaciales y temporales, su visión personal." Borges
Esistono due estetiche:
 l'estetica passiva degli specchi e  l'estetica  attiva dei prismi. Guidata dalla prima, l'arte si trasforma  in una  copia dell'oggettività dell'ambiente o della storia psichica   dell'individuo. Guidata dalla seconda, l'arte si redime, fa del mondo il  suo  strumento e forgia - al di là delle prigioni spaziali e temporali -  la  sua visione personale. 
Borges 
                                            
      
Con tutto il nostro progresso cerebrale, siamo ancora esposti al pericolo di ricadere nella nozione romantica (e anche realistica, quindi) secondo cui «l'arte imita la vita». L'arte, se mai si dedica a operazioni di questo genere, aspira in realtà a rispecchiare quei pochi elementi dell'esistenza che trascendono la «vita», che la prolungano oltre il suo punto terminale; ed è un'aspirazione che spesso è scambiata per un confuso affannarsi dell'arte o dell'artista alla ricerca dell'immortalità. In altre parole, l'arte «imita» la morte piuttosto che la vita; ossia imita il regno di cui la vita non può offrire alcuna nozione: consapevole della propria intrinseca brevità, l'arte cerca di esorcizzare, di ammansire quella che è la più lunga versione possibile del tempo. Dopo tutto, ciò che distingue l'arte dalla vita è la sua capacità di produrre un grado di lirismo superiore a tutti quelli che si possono raggiungere in qualsiasi rapporto umano. Da qui l'affinità della poesia con la nozione di vita ultraterrena; se pure quest'ultima non è un'invenzione della poesia. 
Iosif Brodskij, 
 
 
 
Poggiata a un davanzale davanti a una strada
vuota a quest'ora quasi di campagna
cosa racconto io? racconto l'aria.
L'aria che cerco, quella che trovo,
che torna in visita per farsi riconoscere,
un'aria semplice, composta, delicata,
aria dimenticata, che sempre quando arriva
mi trova impreparata. Patrizia 
Cavalli
 Circondata dai ricordi
Muori nuda ormai   RG
 de espaldas I -
 post III
 
 
Prima che il sogno (o la paura) ordisse 
mitologie e cosmogonie, 
prima che il tempo si coniasse in giorni, 
il mare, il sempre mare, era e da sempre. 
Ma chi è il mare? Chi è quell'impetuoso 
essere antico che rode i pilastri 
della terra ed è uno e molti mari, 
ed è abisso e splendore e caso e vento? 
Lo scopri sempre per la prima volta 
se lo guardi, e ti dà quello stupore 
delle cose elementari, le belle 
sere, la luna, il fuoco di un falò. 
Chi è il mare? E io chi sono? Lo 
saprò il giorno che succede all'agonia.    Borges |   Antes que el sueño (o el terror) tejiera   mitologías y cosmogonías,   antes que el tiempo se acuñara en días,   el mar, el siempre mar, ya estaba y era.
    ¿Quién es el mar? ¿Quién es aquel violento   y antiguo ser que roe los pilares   de la tierra y es uno y muchos mares   y abismo y resplandor y azar y viento?
    Quien lo mira lo ve por vez primera,   siempre. Con el asombro que las cosas   elementales dejan, las hermosas
    tardes, la luna, el fuego de una hoguera.   ¿Quién es el mar, quién soy? Lo sabré el día   ulterior que sucede a la agonía.         Borges | 
 L'onda ...Il dorso ampio splende come cristallo; la cima leggiera s'aruffa come  criniera nivea di cavallo...G.D'Annunzio 
 
Là, in disparte da noi, in disparte dal mondo 
un'onda dietro l'altra si frange sulla riva, 
e sull'onda la stella, e l'umano, e l'uccello, 
e il reale, e i sogni, e la morte: un’onda dietro l’altra.  Arsenij Tarkovskij  
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il mare d'inverno
è un concetto che il pensiero
non considera  E. Ruggeri-
 youtube - 
fotos - 
mereggiate in Liguria e John Surman
ci vorrebbe il mare - 
come è profondo il mare -
Al mare (o quasi) 
Hic manebimus se vi piace non proprio
ottimamente ma il meglio sarebbe troppo simile
alla morte (e questa piace solo ai giovani). Montale 
Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale
siccome i ciottoli che tu volvi,
mangiati dalla salsedine;
....
Ma nulla so rimpiangere: tu sciogli
ancora i groppi interni col tuo canto.
Il tuo delirio sale agli astri ormai. Montale