"L’isolamento dell’artista (che
assume spesso forme di sfacciato esibizionismo pubblicitario) era
inevitabile in un tempo in cui azione e conoscenza camminano senza
conoscersi o s’incontrano casualmente. Alla volgarizzazione, in senso
etimologico, delle arti corrisponde la sfiducia nel linguaggio e la
convinzione che ormai tutti i ponti sono tagliati. Partecipare a un urlo
collettivo a un no universale sembra essere la sola ambizione
dell’artista d’oggi. Scomparso il senso statico della vita (il senso che
nel panta rei
qualcosa debba restar ferma) rotto il diaframma fra arte e vita, la vita
stessa si presenta come una mostruosa opera d’arte sempre distrutta e
sempre rinnovata.»
Montale da "Nel nostro tempo" /piccolo_testamento.
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